Dopo una lunga pausa torna la newsletter #IoVotoConIPiedi – alle elezioni Europee conviene per una volta fare un’eccezione e votare in maniera tradizionale? Forse si, forse no. Parliamone.
Questa newsletter nasce sulla base di un punto di vista abbastanza semplice per quanto controverso:
Votare è un diritto, non un dovere, pertanto non votare, se nessuna delle alternative a disposizione ci rappresenta è una conclusione improntata al semplice buonsenso.
Nel post di apertura della newsletter ho argomentato contro le più frequenti obbiezioni all’astensione o al non voto:
Con riferimento alle prossime elezioni europee, in molti hanno evidenziato che, anche se nessuna delle forze politiche merita un voto convinto, potrebbe valere la penda di inviare un segnale contro il fronte populista, che rischia di favorire una deriva pericolosa, soprattutto nei confronti della follia espansionista di Putin che ha riportato la guerra in Europa dopo decenni e rimesso in discussioni equilibri internazionali che per troppo tempo, ingenuamente, avevamo dato per scontati.
Sul perché spesso in Italia non valga la pena votare non mi dilungo in questo episodio, per chi ha voglia e tempo, questa newsletter e podcast riprende con un frequenza maggiore. Resta allora l’interrogativo sulle elezioni europee: vale la pena battere un colpo?
A questo proposito mi piace ricordare un’uscita di Carlo Calenda, in base alla quale “candiderebbe anche Thanos” pur di sconfiggere gli odiati avversari. Parlo di Calenda perché rientra nel novero di quelli che, a titolo personale, potrei prendere in considerazione come “meno peggio”. Credo che questo tipo di battuta nasconda un messaggio illuminante.
L’argomento principale non è votatemi perché voglio/posso/cercherò/ambisco a cambiare qualcosa. Votatemi perché quegli altri sono il male assoluto e stanno vincendo. Perché, se vincono loro è la fine del mondo come lo conosciamo, una catastrofe senza precedenti. Votatemi perché anche se non sono perfetto, anche se non ho una base di consenso significativa, per chi ha una certa visione del mondo non ci sono alternative.
Ora questo tipo di strategia politica non ha funzionato contro Berlusconi e neanche contro Trump. E’ buona per convincere qualche ingenuo a sostenere l’autoaffermazione personale di qualche politico focalizzato su strategie opportunistiche di brevissimo termine. Peraltro, certi paragoni mi riportano alla mente dei racconti ascoltati da bambini riguardo a certi preti che dicevano in chiesa che bisognava votare anche una capra se la candidava la DC e questo potremmo chiamarlo voto per fede.
Non sto a darvi una preferenza tra non votare affatto o provare a dare alle urne un segnale di civiltà, anche a costo di mettere la croce sul partito di Thanos o su quello di Naruto (perché anche Stati Uniti d’Europa non scherza )
La verità più sconveniente è che probabilmente non cambia nulla.
Io preferisco votare con i piedi, con il portafogli e con il telecomando, facendo politica 365 giorni all’anno. Anche con questa newsletter e Podcast. Se vi va, potete farmi compagnia in questo viaggio.
Io #votoconipiedi è un podcast di provocazione e riflessione sulla politica italiana e non solo, che porta avanti la strana illusione che si possa fare politica anche senza votare o candidarsi, con effetti nel lungo periodo anche maggiori.